La Tassa dell'Illusione: "Abbasseremo le Tasse", Una Promessa Eterna o una Bugia Necessaria?

È il ritornello più antico della politica, il canto delle sirene che ammalia l'elettorato ad ogni appuntamento con le urne: "abbasseremo le tasse".

Abbassare le tasse illusione

È il ritornello più antico della politica, il canto delle sirene che ammalia l'elettorato ad ogni appuntamento con le urne: "abbasseremo le tasse". Un mantra rassicurante, quasi un incantesimo, che da tempo immemore risuona dalle tribune, accendendo la flebile speranza di imprenditori stremati, lavoratori con buste paga sempre più leggere e famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese. Eppure, ciclicamente, questa promessa si dissolve come nebbia al sole, scontrandosi con una realtà fiscale che si fa ogni giorno più opprimente, trasformando l'attesa di un alleggerimento in una beffarda, eterna illusione.

Ci si chiede, con una buona dose di cinismo ma anche di legittima esasperazione, se questa non sia semplicemente la più grande delle "tasse dell'illusione" imposte ai cittadini: l'imposta sulla loro ingenuità, sulla loro perenne fiducia in un cambiamento che non arriva mai. Ogni legislatura porta con sé nuove promesse, nuovi piani di riduzione, ma il risultato finale è quasi sempre lo stesso: un carico fiscale che, al netto di qualche infinitesimale limatura cosmetica, resta un macigno sull'economia reale. Siamo di fronte a un teatrino politico in cui il copione è sempre lo stesso, con attori diversi che recitano la medesima parte, illudendo il pubblico con la prospettiva di un futuro meno gravoso.

Ma è davvero solo populismo, o c'è una bugia necessaria dietro questa promessa mai mantenuta? È plausibile che la complessità del debito pubblico, le esigenze di spesa sociale, le infrastrutture fatiscenti e una burocrazia elefantiaca rendano di fatto impossibile una riduzione significativa e duratura delle imposte? Se così fosse, allora il problema non è solo una promessa non mantenuta, ma un'amara verità celata: quella di un sistema così incancrenito da non poter fare a meno di un livello di tassazione esorbitante per la propria sopravvivenza. In questo scenario, la promessa di "abbassare le tasse" non sarebbe tanto una bugia deliberata, quanto un'ineludibile necessità retorica per mantenere un barlume di consenso, nascondendo l'impotenza o l'incapacità di riformare strutturalmente il paese.

Il punto non è più se le tasse verranno abbassate, ma se esista davvero la volontà politica e la capacità amministrativa di affrontare le radici di questo sistema asfissiante. Fino a quando non si interverrà sulla spesa pubblica improduttiva, sulla corruzione endemica, sulla macchina statale inefficiente e su un debito che cresce senza sosta, la promessa di "abbasseremo le tasse" rimarrà un eco lontano, una chimera che si palesa solo in campagna elettorale, per poi svanire non appena si spengono i riflettori. E i cittadini continueranno a pagare la "tassa dell'illusione", in attesa di un alleggerimento che forse non arriverà mai.

di Redazione

 

 

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