Senza rubare tempo ai nostri pazienti lettori, mi permetto di indicare tre argomenti di riflessione, a mio avviso rilevanti, dopo i risultati delle elezioni europee.
- La strana alleanza. A nessuno è sfuggita la singolare convergenza, elettorale (e non), su un tema davvero scottante: l’immigrazione dall’Africa, che ha visto sulle stesse posizioni la Chiesa cattolica, il Pd e buona parte del movimento 5Stelle.
“Porte aperte”, invocava questa inusuale “santa alleanza”. Una alleanza tematica trasversale tanto anomala nella sua composizione quanto potenzialmente travolgente e imbattibile.
Eppure gli italiani, molti dei quali cattolici, hanno detto “no”, o comunque non ‘porte aperte’ senza una forte e concreta regolamentazione “interna” ed europea.
- 5Stelle dimezzati. Rieccoci al capezzale (era già accaduto nel corso di tornate elettorali amministrative) di un movimento dall’animo chiaramente “opposizionista” che si impone e cresce quando può far valere l’intransigenza dei suoi “duri e puri” ma che perde irrimediabilmente consensi quando smette di essere il “grillo parlante” della nostra società.
- Reddito di cittadinanza. “Troppo complicato e ‘indicizzato’ nella determinazione dei compensi da caricare sulla carta”, si è detto.
Non solo, diciamo noi. E’ fin troppo evidente come l’italiano non gradisca, in genere, un sussidio condizionato e indirizzato alla preparazione “professionale”, o pseudo tale, e limitato da parametri quali ‘auto nuove o molto recenti’ piuttosto che da depositi bancari ‘oltre certi limiti’ e da altri paletti ancora che l’italiano ha sempre bypassato fidando, fra l’altro, sul consistente “nero” (non stiamo parlando di bandiere politiche) che contraddistingue da sempre l’Italia del reddito.
Ecco perché riteniamo che i 5Stelle si affideranno ben presto al moderno “Battista” per ristabilire la loro purezza mentre Lega, soprattutto, oltre che i suoi alleati storici, dovranno decidere, e non sarà facile, se cogliere l’occasione irripetibile, ma anche impegnativa e non priva di pericoli, di cambiare davvero questa nostra Italia che da anni arretra senza un vero programma che le consenta di invertire la “rotta”.
Roberto Timelli